domenica 27 febbraio 2011

chiusa una porta, si apre un portone

quando si chiude una porta, si apre un portone.
certo, perchè finchè siamo dentro alla stanza ( quella da cui usciamo chiudendo la fantomatica porta )
siamo in un mondo di possibilità chiuse. stiamo dentro la stanza per vari motivi, ma in ogni caso siamo dentro la stanza.
quando chiudiamo la porta e usciamo da quella stanza iniziamo a prendere in considerazione diverse possibilità, che sono poi opportunità e, prendendole in considerazione, rompiamo il vecchio sistema ingabbiante nato e sviluppato nella stanzetta e spaziamo in un universo mentale più libero del precedente.
credo però che piuttosto che procedere per stanze sempre più grandi, sarebbe meglio uscire dall'edificio e correre sui prati.

noi siamo gli osservatori

2 commenti:

  1. Il problema, se problema si può definire, e che la cosiddetta porta se chiusa per una reazione che noi abbiamo scatenato, difficilmente o comunque a gran fatica (personalmente) si riesce a chiuderla definitivamente. Emozioni postume, faranno da contorno a periodi prima di pensarci in maniera distaccata.
    O almeno se si riesce a chiudere certi concetti o a cambiare taluni schemi allora si è davvero in pace!

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    1. concordo pienamente con te, ci saranno sempre i fantasmi del passato a fare capolino nel presente. Emozioni e passioni, muoveranno sempre i nostri i pensieri e comportamenti, a meno che non ci si penta per gli errori commessi, non si impari la lezione che c'era da imparare. Insomma, fin quando non perdoniamo noi stessi e comprendiamo quanto fatto, non potremmo mai liberarci definitivamente del peso delle nostre azioni ( ed emozioni ) pregresse.

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