martedì 1 febbraio 2011

comprensione e cambiamento

quante volte ci siamo detti : adesso voglio cambiare! quante volte abbiamo avvertito dentro noi la necessità di equilibrare determinati lati interiori? quante volte abbiamo capito che c'era qualcosa che non andava come avremmo voluto?
bene, credo che praticamente tutti noi abbiamo avuto questi pensiero e sentito l'esigenza di crescita, di perfezionamento, in una parola : di armonizzarci sempre di più.

io personalmente questa pulsione l'ho avuta per molto tempo ed ho capito una cosa molto importante circa i cambiamenti : la sola comprensione di sè e del perchè ( del motivo che ci porta ad essere come siamo) non è sufficiente. spesso ho creduto di essere cambiato e di poter cambiare solamente perchè ho visto dentro di me ed ho capito determinati problemi. ed allora dicevo a mestesso con fierezza : si, ci sono! ora ho capito. cambio! sono gia cambiato ! questa è la scusante a sestessi che l'essere umano, per carità non tutti, adotta per illudersi di cambiare senza fare eccessi sforzi. certo perchè basta essere nel giorno giusto, fare qualche riflessione e capire molte cose di sè... ma basta sapere come funziona un motore per saper guidare una macchina ? certo che no, non basta quindi la comprensione ma questa dev'essere seguita dall'azione. qui arriva il bello... azione di che tipo?
io penso un'azione di sfida. mi spiego meglio. siamo in una situazione X, e tendenzialmente adottiamo uno script comportamentale di un certo tipo spesso quasi in modo automatico senza adoperarci nel ragionamento razionale ed emotivo della situazione. anche se usiamo il pilota automatico, dentro noi sentiamo una voce sileziosa e pacifica che ci dà amore ed armonia e che, di norma, tende a proporci un determinato modo di agire che poi prontamente soffochiamo adoperando programmi registrati nella mente. come fare ? bhe, sfidando la mente stessa. ogni volta che sentite che state per agire in automatico ed in un modo che concretamente non vi soddisfa, allora sarebbe meglio non agire, aspettare ed usare bene l'attesa. cioè analizzare razionalmente ed emotivamente sestessi ed il contesto, ascoltare la voce silenziosa ed amorevole e seguirla. spesso non lo facciamo per orgoglio o per coerenza col vecchio schema comportamentale. ma non pensate che per analisi intendo un ragionamente complesso e sofisticato. affatto ! sarebbe follia. dico solo che bisogna, almeno con sestessi, togliere la maschera ed essere sinceri agire in modo spontaneo ed uccidere il vecchio schema comportamentale che ci impedisce la crescita e l'evoluzione.  l'unico modo per crescere, quindi cambiare, è rompersi. la nostra identità necessita di frantumarsi completamente o in parte per ricostruirsi in modo più ampio ed allargato e basarsi su un'armonia maggiore e più duratura. d'altro canto, l'identità stessa non è che una mera illusione. è ciò che la Coscienza, una volta individualizzata, crede di sè. la paura di accettare la nostra non individualità, il fatto che l'individuo è un'illusione, porta la coscienza ad esigere un'identità per dire: io sono questo; il resto è quest'altra cosa. definisce costantemente tutto per mantenere un controllo. ma se mi addentro in questo tema uscirei dai binari concettuali di questo post. quindi ricapitolando, per cambiare è necessario capire cosa ci blocca, cosa alimenta un comportamento ed un atteggiamento e poi, ogni qual volta che questo sta per presentarsi, bloccare tutto analizzare sinceramente il sè e l'ambiente, e seguire la vocina interiore che spesso invece soffochiamo.

prossimamente pubblicherò qualcosa sull'identità e l'individualità.

2 commenti:

  1. Ma basta ammetterlo con noi stessi per cambiare o bisogna poi farlo? perchè se lo facciamo poi rischiamo di non piacere e di non piacerci.. quindi rischiamo di trovar noi stessi, ma star male comunque con il nostro vero se! ti sei mai chiesto cosa accade se il nostro vero essere non ci piace e preferiamo indossare la maschera con tutti?
    e soprattutto non è facile abbandonare la maschera.. forza dell'abitudine...

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  2. quando conosci il tuo vero sè sei immerso nella pace, nell'accettazione. senti che tutto scorre ( pensieri, emozioni, fatti, ricordi e tutto quello che puoi immaginare) ma tu ne sei totalmente sopra. non distaccato o staccato, ma semplicemente ti accorgi che tu sei in contenitore, sei infinitamente piu vasto. personalmente credo che indossare una maschera derivi o dalla paura o dalla mancanza di consapevolezza sul sè, non conoscendoci inventiamo un modo di essere che ci piaccia. ma ha piu senso inventarsi un'identità o accettare che non esiste nessuna identità?

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